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“La colpa è della vittima”

  • Immagine del redattore: Emanuela Telarania
    Emanuela Telarania
  • 22 gen 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Quante volte ci sarà capitato di sentir dire che chi ha subìto uno stupro allora forse, delle colpe ce le aveva anche la vittima:

“eh ma hai visto com’era vestita pure lei? se aveva la minigonna è ovvio che l’hanno stuprata!” “beh, ma se ha bevuto così tanto in un locale è normale che poi uno se ne approfitta!” “ok, il fidanzato l’ha picchiata, ma lei che cosa gli ha detto prima?”

Questo fenomeno ha un nome <VICTIM BLAMING>. Ci é chiaro che chi ha subito la violenza è la vittima, ma nonostante questo, le diamo ugualmente una colpa.

Esiste una sorta di *credenza* sociale che dice che le persone “hanno ciò che si meritano”, della serie “ti hanno molestato? Di sicuro hai fatto qualcosa per meritartelo”. In sostanza, sotto sotto, la vittima ha sempre fatto qualcosa che ha attirato verso di sé quel comportamento.

Questa è una ragione psicologica che ci porta a dare la colpa alla vittima, ma non può funzionare sempre e per sempre come giustificazione.

Le cose brutte accadono, a tutti, e non ci sono motivi del perché accadono.
  1. Perché se una ragazza è stata stuprata, non è perché aveva la minigonna, ma perché ha incontrato uno stupratore.

  2. Perché se una ragazza beve in un locale e uno se ne approfitta, non è colpa della ragazza che doveva bere di meno, ma di quella sottospecie di genere umano che non ne doveva approfittare.

  3. Perché se una ragazza viene picchiata dal suo fidanzato, non è perché lei lo ha provocato verbalmente, ma perché lui deve in ogni caso riuscire a rispondere verbalmente, senza mai alzarle le mani addosso.

Il Victim blaming vale sia per gli uomini che per le donne, ma è molto più facile che si manifesti con la violenza nei confronti delle donne.

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