Espressione creativa e yoga - 2^ Incontro L’io sono - Scoprire l’Altro da Me
- Emanuela Telarania
- 9 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 lug 2020
L’uso dello specchio:
Lo specchio può significare ciò che talvolta esso stesso sembra essere materialmente “una finestra” che guarda lontano nello spazio e nel tempo, nel passato e nel futuro. Può essere un varco per i viaggi astrali. Può persino trasformarsi, come narra la fiaba di Alice, in un’autentica porta che permette di passare concretamente in un altro mondo. Può essere, dunque, una Porta sull’ Altrove e l’Altrove può essere ciò che è altro da noi, l’immaginario, l’inconscio, il mondo interiore.
Ritrarre l’Altro: memoria tattile-pelle-confine
La scienza medica antica, che più teneva in conto il corpo, la pelle e le estremità degli arti, conosceva l’influenza sull’uomo delle manifestazioni della natura esterna (Hanan), come il Sole, la Luna. E proprio per questo motivo che la cura e la salvaguardia della pelle era oggetto di particolare studio ed attenzione da parte degli uomini di medicina, gli Hampi Kamajoq.
Utilizzavano infatti una raffinata tecnica di massaggi e di manipolazione, considerata la più diretta ed immediata, perché richiedeva esclusivamente ”l’uso delle mani”.
Lo scopo del massaggio era quello di armonizzare l’individuo afflitto da eccesso o dispersione di energia, derivante da una serie di tensioni emotive (ansia,dolore, rabbia,gelosia, stress, paura, preoccupazioni).
La pratica costante di questa tecnica porta ad una profonda e sistematica conoscenza del proprio Sé, che proprio attraverso la pelle, tornata vitale e sensibile,esprime le varie sensazioni e reazioni, che possono essere meglio comprese, consentendo, spesso a livello inconscio, di allontanare e/o eliminare le cause e gli effetti.
L’anima “il Sé interiore“ mostra sulla pelle il suo carattere, la sua personalità ,le sue sensazioni e reazioni e raccontando la sua autentica storia.

Puzzle di parti si sé: Unione ed Equilibrio - Asana educativa➡️ Vrikshasana
La nascita del personaggio Squida nasce dall’unione di tutti gli intagli, di sé e dell’Altro. Si crea così un nuovo equilibrio in cui tutte le parti trovano un loro posto per “stare”. L’Asana che ha accompagnato questo passaggio ricompositivo e di chiusura è l’albero (Vrikshasana). Così come gli alberi che dalle loro radici in espansione creano una rete di connessione fra loro, così anche in chi pratica questa posizione in coppia stabilisce un contatto. Si crea in questo modo una simbiosi in cui avviene uno scambio di energie ed informazioni univoche.
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